Traendo spunto da un convegno tenutosi presso l’Università Bocconi e l’Università Statale di Milano nel dicembre del 2019, dedicato all’opera di Giuseppe Zaccaria, questo numero di “Ars Interpretandi” raccoglie una serie di contributi che si concentrano tanto sul rapporto tra ermeneutica e filosofia contemporanea, quanto al rapporto tra ermeneutica giuridica e le diverse branche del diritto positivo.
2020/1 – L’interpretazione nel diritto internazionale
Questo fascicolo di “Ars Interpretandi” è dedicato alle diverse e variegate questioni riguardanti i modi in cui si articola l’interpretazione nel diritto internazionale.
Se l’odierna teoria del diritto condivide l’orientamento secondo cui l’interpretazione costituisce un momento saliente per dar conto delle forme e dei modi della giuridicità, è possibile affermare fondatamente che l’attuale scenario del diritto internazionale conferma la centralità, per la sua stessa configurazione, delle attività interpretative che in esso si svolgono.
Dai saggi qui pubblicati emerge un quadro articolato, che dà conto di differenti aspetti, teorici e pratici, di un fenomeno pervasivo, variamente strutturato, in ogni caso decisivo per la stessa praticabilità di un diritto avente tratti peculiari e in fase di continua evoluzione, legata alle profonde trasformazioni operanti nei rapporti internazionali.
2019/2 – Vulnerabilità e diritto
Con questo fascicolo si prosegue la riflessione intorno alla nozione di vulnerabilità nella sfera giuridica, avviata con il fascicolo n. 2 del 2018, dedicato all’analisi degli usi della vulnerabilità nel ragionamento giuridico. Quali sono gli usi emergenti della nozione di vulnerabilità riscontrabili in alcuni ambiti giuridici? Qual è lo statuto da assegnare alla vulnerabilità: si tratta di un principio o di una categoria ermeneutica? Qual è il rapporto tra vulnerabilità, da un lato, ed (altri) principi giuridici, segnatamente i principi di autonomia, dignità, eguaglianza? Quali le implicazioni per istituti e concetti giuridici derivanti dal riconoscimento di una pregnanza giuridica della condizione di vulnerabilità? Quali gradi e condizioni di compatibilità sono ravvisabili tra il riconoscimento di rilevanza normativa alla nozione di vulnerabilità e il linguaggio dei diritti? Questi alcuni degli interrogativi che il presente fascicolo intende indagare.
2019/1 – La crisi della fattispecie
La fattispecie rappresentava uno dei modi con cui si configurava quella che potremmo definire come la “pretesa impossibile” del diritto di calcolare e dominare il futuro e l’imprevedibile, attribuendo significato agli avvenimenti futuri. Ora però, da qualche tempo, nella comune esperienza dei giuristi e nelle stesse analisi della dottrina, la calcolabilità delle leggi non funziona più, a causa di una serie complessa di fattori, che questo fascicolo di Ars Interpretandi indaga, sulla scorta delle Giornate di Ermeneutica Giuridica svoltesi a Padova il 12 e 13 ottobre 2018, dedicate al tema “Crisi della fattispecie, primato del caso, concetto di legalità”.
2018/2 – Vulnerabilità e interpretazione giudiziale
Da alcuni anni la nozione di vulnerabilità è entrata nel dibattito filosofico, giuridico, di teoria politica, di etica pubblica, nonché nelle normative e nelle policies nazionali, europee e internazionali. Agli usi della nozione di vulnerabilità e alla funzione che essa svolge nella giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo sono dedicati specificamente i primi quattro saggi pubblicati nel presente numero di «Ars Interpretandi» e che si inseriscono nel Progetto di ricerca di rilevante interesse nazionale (Prin) 2015, dal titolo “Soggetto di diritto e vulnerabilità: modelli istituzionali e concetti giuridici in trasformazione”.
2018/1 – Ermeneutica e diritto processuale
Questo fascicolo raccoglie una serie di contributi che mirano a istituire un dialogo tra filosofia ermeneutica del diritto e diritto processuale. Non è questo, per l’ermeneutica giuridica, un interlocutore casuale. Si potrebbe infatti sostenere che l’ermeneutica giuridica nasca e si sviluppi nel corso del Novecento come una filosofia del giudizio, nelle tre diverse accezioni assunte da questo termine nel linguaggio giuridico: giudizio come atto linguistico, come processo e come decisione.
2017/2 – Soft law e trasformazioni del diritto
Questo fascicolo nasce da una settimana di studi su Soft Law and Human Rights (febbraio 2016) svolta nel contesto delle attività del dottorato in Diritti umani dell’Università di Palermo in collaborazione con il Master in Legal Theory dell’Università di Francoforte.
Chi si occupa di diritto deve per forza fare i conti con il soft law. La ragione è che il diritto sta cambiando e dunque il sapere sul diritto non può ignorare questi cambiamenti.
2017/1 – Mondi della vita, rete, trasformazioni del diritto
Questo fascicolo di Ars Interpretandi riprende i temi affrontati nei due incontri del XX ciclo del “Seminario permanente di Teoria del diritto e Filosofia pratica”, svoltisi il 28 aprile e il 3 maggio 2016 presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
Lungi dal voler esaurire il quadro delle questioni controverse nell’attuale panorama di confronto nel settore dell’informatica giuridica e delle relazioni tra nuove tecnologie e filosofia del diritto, i testi qui raccolti affrontano quattro specifici nodi problematici: il nesso tra libertà d’espressione e discorsi d’odio; il cosiddetto diritto all’oblio; la privacy; la vulnerabilità dell’identità digitale.
2016/2 – Ermeneutica e diritto penale
Il presente fascicolo di “Ars interpretandi” fa seguito ad un incontro di studio che si è tenuto a Padova nel maggio 2016, in cui penalisti e teorici del diritto di diverso orientamento si sono confrontati sulle relazioni – che permangono difficili – tra l’ermeneutica giuridica e la scienza penale.
Le due tesi centrali dell’ermeneutica giuridica (la fisiologia della fonte giurisprudenziale e, se ben gestita, il suo valore positivo, di perfezionamento del giusto legale nel contesto applicativo) spingono il penalista che sia disposto a recepire il suo insegnamento a guardare verso il pianeta di common law; inoltre, l’incidenza sempre più pervasiva delle sentenze della Corte europea e l’accresciuta familiarità del penalista con la cultura giuridica che le ispira fanno sì che il confronto con la prospettiva ermeneutica – che di quella prassi e di quella cultura costituisce, consapevolmente o meno, il sostrato teorico – non possa più essere eluso o rimandato.
2016/1 – L’uso del diritto straniero nell’interpretazione giuridica
Questo fascicolo di Ars Interpretandi offre al lettore uno spaccato del dibattito odierno attorno all’uso del diritto straniero nell’interpretazione giuridica, muovendo da una prospettiva interdisciplinare. L’uso giurisprudenziale della comparazione costituisce una delle cifre della globalizzazione giuridica, un fenomeno che più di ogni altro si è imposto come fattore di trasformazione del diritto contemporaneo. Studiosi delle diverse branche del diritto positivo, come pure i sociologi e filosofi del diritto, hanno riservato a questo tema ampia attenzione in anni recenti. Ciò che ancora manca nell’amplissima letteratura sul tema è un confronto serrato tra le diverse prospettive disciplinari adottate, così come un’opera di sintesi del dibattito sviluppatosi nell’ultimo trentennio. Il presente numero di Ars Interpretandi fornisce un contributo in questa direzione raccogliendo saggi che approfondiscono alcuni importanti profili di tipo filosofico-giuridico, teorico-generale e giuscomparatistico connessi all’uso del diritto straniero da parte delle corti.
2015/2 – Certezza e trasformazioni del diritto
Il presente fascicolo di Ars Interpretandi mira a rivenire significativi elementi di problematizzazione del concetto di certezza del diritto a tre fondamentali livelli: al livello della concettualizzazione del diritto; al livello della trasformazione interna degli ordinamenti giuridici, attraverso alcune esemplificazioni che riguardano diverse aree del diritto (il diritto privato e il diritto pubblico), ma anche diversi ordinamenti (interno, comunitario e internazionale); al livello dell’emersione di nuovi fenomeni regolativi (diritto transnazionale e soft law).
2015/1 – Conflitti interpretativi
Questo fascicolo di Ars Interperetandi affronta il tema dei conflitti interpretativi, che assumono oggi un particolare significato in ragione di tanti fattori convergenti: l’introiezione di valori fondamentali da parte dell’ordinamento giuridico a causa del costituzionalismo; le richieste di riconoscimento delle identità collegate all’espansione dei diritti umani, la moltiplicazione delle fonti del diritto e l’incertezza della gerarchia normativa a causa dei processi d’internazionalizzazione e così via. Che differenza c’è fra conflitti interpretativi d’identità e conflitti interpretativi di valori? Si può distinguere l’identità come valore particolare dai valori universali? L’ethos pubblico di una comunità politica riguarda la dimensione dell’identità o quella del valore?