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2022/1 – Virtù e pratica del diritto

Questo fascicolo propone alcuni studi sul rapporto tra la virtù e la pratica del diritto, un indirizzo di ricerca ancora poco coltivato in Italia (ed altrove fiorente). Due tesi – che in realtà costituiscono i due lati della stessa medaglia – accomunano tutti i contributi. Da un lato, la pratica del diritto per riuscire richiede al giurista l’impegno di specifiche capacità, qualità e attitudini. Dall’altro, le virtù, che implicano il perfezionamento o l’acquisizione di qualità percettive e operative (skills), sono orientate all’ottimizzazione dell’azione professionale, più che a conferire un sovrappiù etico facoltativo che si giustappone estrinsecamente all’azione giuridica.

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2021/2 – Diritto privato. Nuove frontiere e nuovi strumenti metodologici

Il tema prescelto per questo fascicolo di “Ars Interpretandi” è: Diritto privato. Nuove frontiere e nuovi strumenti metodologici. La matrice originaria di quella che è stata poi chiamata la “grande dicotomia” , costituita della distinzione tra l’ambito del privato e l’ambito del pubblico, nata con l’idea di Ulpiano dell’utilitas singulorum e con la teorizzazione nell’esperienza giuridica di Roma antica di una normatività privata che si fa lex, ma chiaramente risalente nella sua formulazione moderna alla teoria liberale, alla tesi della libertà dallo Stato, fu, come è noto, potentemente teorizzata e praticata con una sorta di “riduzionismo monistico” nell’età delle codificazioni, e in particolare in quel monumento del diritto borghese che è il Codice Napoleone, che attribuiva force de loi al contratto; ma fu anche favorita dall’istituzione e dal consolidamento di una giustizia amministrativa operante nell’area pubblica.

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2021/1 – Algoritmi ed esperienza giuridica

Il digitale viene da qui: da un calcolo compiuto con le dita. Soprattutto ora che la mano è scomparsa e sono rimasti solo i numeri, la questione da cui prende le mosse questo fascicolo è questa: qual è il destino dell’esperienza giuridica in un mondo retto da un digitale “senza dita”? Nell’attuale fase storica, a noi tocca il compito di chiederci quale sia il posto degli esseri umani, e quali siano i loro compiti, in un mondo tradotto in numeri. Algoritmi, giustizia predittiva, big data e legal tech, tecnoregolazione, sono solo alcuni dei nomi di questa sfida che implica un radicale ripensamento delle nostre tradizionali categorie giuridiche.

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2020/2 – L’eredità dell’ermeneutica

Traendo spunto da un convegno tenutosi presso l’Università Bocconi e l’Università Statale di Milano nel dicembre del 2019, dedicato all’opera di Giuseppe Zaccaria, questo numero di “Ars Interpretandi” raccoglie una serie di contributi che si concentrano tanto sul rapporto tra ermeneutica e filosofia contemporanea, quanto al rapporto tra ermeneutica giuridica e le diverse branche del diritto positivo.

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2020/1 – L’interpretazione nel diritto internazionale

Questo fascicolo di “Ars Interpretandi” è dedicato alle diverse e variegate questioni riguardanti i modi in cui si articola l’interpretazione nel diritto internazionale.
Se l’odierna teoria del diritto condivide l’orientamento secondo cui l’interpretazione costituisce un momento saliente per dar conto delle forme e dei modi della giuridicità, è possibile affermare fondatamente che l’attuale scenario del diritto internazionale conferma la centralità, per la sua stessa configurazione, delle attività interpretative che in esso si svolgono.
Dai saggi qui pubblicati emerge un quadro articolato, che dà conto di differenti aspetti, teorici e pratici, di un fenomeno pervasivo, variamente strutturato, in ogni caso decisivo per la stessa praticabilità di un diritto avente tratti peculiari e in fase di continua evoluzione, legata alle profonde trasformazioni operanti nei rapporti internazionali.

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2019/2 – Vulnerabilità e diritto

Con questo fascicolo si prosegue la riflessione intorno alla nozione di vulnerabilità nella sfera giuridica, avviata con il fascicolo n. 2 del 2018, dedicato all’analisi degli usi della vulnerabilità nel ragionamento giuridico. Quali sono gli usi emergenti della nozione di vulnerabilità riscontrabili in alcuni ambiti giuridici? Qual è lo statuto da assegnare alla vulnerabilità: si tratta di un principio o di una categoria ermeneutica? Qual è il rapporto tra vulnerabilità, da un lato, ed (altri) principi giuridici, segnatamente i principi di autonomia, dignità, eguaglianza? Quali le implicazioni per istituti e concetti giuridici derivanti dal riconoscimento di una pregnanza giuridica della condizione di vulnerabilità? Quali gradi e condizioni di compatibilità sono ravvisabili tra il riconoscimento di rilevanza normativa alla nozione di vulnerabilità e il linguaggio dei diritti? Questi alcuni degli interrogativi che il presente fascicolo intende indagare.

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2019/1 – La crisi della fattispecie

La fattispecie rappresentava uno dei modi con cui si configurava quella che potremmo definire come la “pretesa impossibile” del diritto di calcolare e dominare il futuro e l’imprevedibile, attribuendo significato agli avvenimenti futuri. Ora però, da qualche tempo, nella comune esperienza dei giuristi e nelle stesse analisi della dottrina, la calcolabilità delle leggi non funziona più, a causa di una serie complessa di fattori, che questo fascicolo di Ars Interpretandi indaga, sulla scorta delle Giornate di Ermeneutica Giuridica svoltesi a Padova il 12 e 13 ottobre 2018, dedicate al tema “Crisi della fattispecie, primato del caso, concetto di legalità”.

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2018/2 – Vulnerabilità e interpretazione giudiziale

Da alcuni anni la nozione di vulnerabilità è entrata nel dibattito filosofico, giuridico, di teoria politica, di etica pubblica, nonché nelle normative e nelle policies nazionali, europee e internazionali. Agli usi della nozione di vulnerabilità e alla funzione che essa svolge nella giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo sono dedicati specificamente i primi quattro saggi pubblicati nel presente numero di «Ars Interpretandi» e che si inseriscono nel Progetto di ricerca di rilevante interesse nazionale (Prin) 2015, dal titolo “Soggetto di diritto e vulnerabilità: modelli istituzionali e concetti giuridici in trasformazione”.

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2018/1 – Ermeneutica e diritto processuale

Questo fascicolo raccoglie una serie di contributi che mirano a istituire un dialogo tra filosofia ermeneutica del diritto e diritto processuale. Non è questo, per l’ermeneutica giuridica, un interlocutore casuale. Si potrebbe infatti sostenere che l’ermeneutica giuridica nasca e si sviluppi nel corso del Novecento come una filosofia del giudizio, nelle tre diverse accezioni assunte da questo termine nel linguaggio giuridico: giudizio come atto linguistico, come processo e come decisione.

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2017/2 – Soft law e trasformazioni del diritto

Questo fascicolo nasce da una settimana di studi su Soft Law and Human Rights (febbraio 2016) svolta nel contesto delle attività del dottorato in Diritti umani dell’Università di Palermo in collaborazione con il Master in Legal Theory dell’Università di Francoforte.
Chi si occupa di diritto deve per forza fare i conti con il soft law. La ragione è che il diritto sta cambiando e dunque il sapere sul diritto non può ignorare questi cambiamenti.

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2017/1 – Mondi della vita, rete, trasformazioni del diritto

Questo fascicolo di Ars Interpretandi riprende i temi affrontati nei due incontri del XX ciclo del “Seminario permanente di Teoria del diritto e Filosofia pratica”, svoltisi il 28 aprile e il 3 maggio 2016 presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
Lungi dal voler esaurire il quadro delle questioni controverse nell’attuale panorama di confronto nel settore dell’informatica giuridica e delle relazioni tra nuove tecnologie e filosofia del diritto, i testi qui raccolti affrontano quattro specifici nodi problematici: il nesso tra libertà d’espressione e discorsi d’odio; il cosiddetto diritto all’oblio; la privacy; la vulnerabilità dell’identità digitale.

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2016/2 – Ermeneutica e diritto penale

Il presente fascicolo di “Ars interpretandi” fa seguito ad un incontro di studio che si è tenuto a Padova nel maggio 2016, in cui penalisti e teorici del diritto di diverso orientamento si sono confrontati sulle relazioni – che permangono difficili – tra l’ermeneutica giuridica e la scienza penale.
Le due tesi centrali dell’ermeneutica giuridica (la fisiologia della fonte giurisprudenziale e, se ben gestita, il suo valore positivo, di perfezionamento del giusto legale nel contesto applicativo) spingono il penalista che sia disposto a recepire il suo insegnamento a guardare verso il pianeta di common law; inoltre, l’incidenza sempre più pervasiva delle sentenze della Corte europea e l’accresciuta familiarità del penalista con la cultura giuridica che le ispira fanno sì che il confronto con la prospettiva ermeneutica – che di quella prassi e di quella cultura costituisce, consapevolmente o meno, il sostrato teorico – non possa più essere eluso o rimandato.

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Ars Interpretandi | ISSN: 1722-8352 |redazione@arsinterpretandi.it
Web concept: EIteam scs

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